Malvertising: come proteggersi contro gli attacchi nascosti dietro alla pubblicità?
Ciò che rende particolarmente insidiosi gli attacchi informatici nascosti dietro alla pubblicità è il fatto che, all’apparenza, sembrano davvero autentici. Misure tecniche di prevenzione, tempi di risposta rapidi, collaborazione tra amministratori IT e CISO e una formazione regolare dei dipendenti sono provvedimenti fondamentali per aiutare aziende e organizzazioni a tutelarsi.
In sintesi
- Il malvertising, ovvero la pubblicità infettata da malware, è una minaccia sempre più preoccupante per la sicurezza informatica aziendale.
- Tra le varie soluzioni possibili per ridurre al minimo i rischi, riteniamo fondamentale attuare un monitoraggio proattivo in tempo reale e definire policy di sicurezza coerenti con l’Unified Endpoint Management (UEM).
- Amministratori IT e CISO possono adottare un approccio collaborativo al fine di rendere tutti i dipendenti consapevoli del pericolo.
Uno sguardo al vostro sistema IT dimostra che tutti i firewall, i programmi antivirus e le misure di sicurezza funzionano perfettamente e la vostra azienda può contare su un’adeguata
protezione. Ma basta un clic sbagliato da parte di un utente finale poco attento a sconvolgere la situazione in un istante. Le e-mail di marketing apparentemente innocue che
nascondono un malware pericoloso sono un vettore di attacco sempre più popolare tra i criminali informatici. Possono lanciare un attacco informatico più ampio, in cui l’aggressore
tenta di penetrare in segmenti sempre più sensibili delle reti aziendali per causare il maggior danno possibile.
Il termine “malvertising” – parola composta formata da malware e pubblicità – definisce chiaramente questa insidiosa minaccia. Gli autori utilizzano annunci falsi
con allegati dannosi oppure si infiltrano in reti pubblicitarie legittime per reindirizzare gli utenti ignari verso siti web infetti. In un caso recente, alcuni
ricercatori in ambito di sicurezza informatica di Secureworks hanno scoperto installer troianizzati per software popolari distribuiti proprio tramite malvertising.
Tutti i tipi di dispositivi sono presi di mira
Gli attacchi prendono di mira qualsiasi tipo di dispositivo. Il malware iniettato può bloccare le risorse di sistema, interrompere il traffico di dati e, inoltre,
manipolare, eliminare o rubare i dati. Il ransomware è l’esempio più diffuso: i dati sensibili vengono crittografati e le vittime devono pagare un riscatto per decifrarli o
impedire agli aggressori di divulgarli.
Il potenziale di danno è particolarmente elevato per i dati importanti archiviati nella rete aziendale o nei server basati su cloud. I rischi per i dati memorizzati sugli endpoint sono più
circoscritti perché questi possono essere reinstallati in modo relativamente rapido e semplice, ad esempio utilizzando il software Unified
Endpoint Management.
Primi passi per la prevenzione
La responsabilità di difendere la rete dagli attacchi di malvertising spetta agli amministratori IT e all’organizzazione per la sicurezza aziendale.
Soggetti che, insieme, attuano varie misure tecniche, tra cui:
- Ad-blocker di rete che impediscono al malvertising di raggiungere gli endpoint. I filtri di contenuti basati su server possono anche limitare l’accesso a siti web potenzialmente pericolosi e ridurre il rischio di infezione.
- Le estensioni di sicurezza del browser web forniscono un’ulteriore protezione bloccando i contenuti dannosi dagli endpoint e segnalando agli utenti i siti web potenzialmente pericolosi.
- Il monitoraggio attivo del traffico di rete consente di rilevare tempestivamente attività sospette e contenuti pubblicitari. Ciò consente agli amministratori IT di agire rapidamente e di respingere potenziali attacchi.
Prevenzione e formazione dei dipendenti
Oltre ad attuare le dovute misure tecniche, è essenziale anche sensibilizzare gli utenti finali sul tema della sicurezza informatica. È fondamentale fornire una
formazione regolare al fine di garantire che i dipendenti siano informati sulle nuove minacce in costante evoluzione.
È importante che la formazione finalizzata alla sensibilizzazione tratti le seguenti tematiche:
- Cos’è il malvertising, come funziona e qual è il suo potenziale impatto sull’azienda?
- Come si possono individuare annunci, pop-up, reindirizzamenti o exploit dannosi? Tra questi, vi sono promesse insolite o esagerate, contenuti inappropriati o reti pubblicitarie discutibili.
- Gli errori ortografici e grammaticali, che spesso mettevano in guardia gli utenti da contenuti sospetti, sono sempre meno presenti, poiché gli aggressori si affidano a ChatGPT per generare i testi.
- I dipendenti devono prestare attenzione a non cliccare su annunci o link sospetti. Al contrario, vanno incoraggiati a chiudere l’annuncio o ad accedere a un sito direttamente attraverso una fonte sicura e conosciuta, al fine di evitare possibili infezioni.
- I dipendenti devono segnalare gli annunci sospetti a un osservatorio interno dedicato, all’help desk IT o a un contatto dedicato alla sicurezza.
UEM: un valido aiuto nella prevenzione e nel ripristino
Oltre a quanto detto, le soluzioni aziendali di gestione IT come l’Unified Endpoint Management (UEM) sono in grado di fornire un valido supporto nella
difesa dagli attacchi di malvertising. Grazie all’UEM, è possibile adottare un approccio alla sicurezza coerente e completo, che riduce in modo significativo il rischio di
attacchi. Ad esempio, l’UEM può essere utilizzato per definire – e mantenere – policy di sicurezza specifiche per tutti gli endpoint aziendali, come la
configurazione dei browser web con blocchi pubblicitari e altre misure di protezione.
I dispositivi mobili come smartphone, tablet e scanner portatili sono sempre più spesso bersaglio di malware. Gli amministratori IT possono ridurre al minimo questo rischio
bloccando i siti web non sicuri o limitando il download di app alle sole fonti affidabili.
In particolare, l’UEM contribuisce a gestire in modo ottimale le patch e a mantenere i sistemi aggiornati per colmare le lacune di sicurezza. Inoltre, accelera il processo
di ripristino o ricostruzione dei sistemi compromessi. L’UEM dovrebbe sempre andare di pari passo con l’antivirus e le relative soluzioni di sicurezza degli
endpoint che effettuano scansioni alla ricerca di virus o avvisano gli utenti e il personale IT riguardo contenuti o attività sospetti. L’integrazione dell’UEM in una strategia di
gestione dell’IT onnicomprensiva aumenta la sicurezza informatica globale e limita i danni potenziali causati dal malvertising e da altri attacchi.
Pericolo individuato e scongiurato
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