IT sostenibile: l’impatto delle nuove normative CSRD dell’UE
Se siete inclini ad appisolarvi quando si parla di responsabilità ambientale e sociale d’impresa, è meglio che andiate a prendere una tazza di caffè fresco. Questo perché una nuova normativa UE aumenta in modo significativo la portata e l’entità dei requisiti di rendicontazione degli impatti ambientali, sociali ed economici dell’IT e di altri processi aziendali. Quindi, riempite la vostra tazza di caffè mentre analizziamo come la nuova Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD) influenzerà i dipartimenti IT delle aziende europee e non europee che operano in Europa.
In sintesi
- La nuova CSRD aumenta in modo significativo i requisiti di rendicontazione delle misure di sostenibilità.
- Gli standard a livello europeo mirano a migliorare la trasparenza e a porre la responsabilità sociale d’impresa al centro strategico delle decisioni aziendali.
- Anche i dipartimenti IT dovranno concentrarsi maggiormente sull’efficienza energetica e sull’impatto dei processi di approvvigionamento.
La nuova Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD) dell’UE amplia in modo significativo il numero di imprese e la portata della rendicontazione richiesta sugli impatti ambientali e sociali delle pratiche aziendali. La CSRD si basa sulla Non-Financial Reporting Directive (NFRD) del 2014, che si applica principalmente alle grandi imprese e ad altre imprese di interesse pubblico significativo. Per queste aziende, quest’anno sono entrate in vigore le nuove normative. Nel 2025, le grandi aziende che non erano precedentemente soggette alla NFRD dovranno seguire gli standard della CSRD. A partire dal 2026, la CSRD si applicherà anche alle piccole e medie imprese, comprese quelle con sede nell’UE e le filiali di aziende con sede al di fuori dell’UE, che soddisfano 2 dei 3 criteri: più di 250 dipendenti, entrate annuali superiori a 40 milioni di euro (43,8 milioni di dollari) e asset di 20 milioni di euro (21,9 milioni di dollari). Si applicherà inoltre a tutte le società con titoli quotati in un mercato dell’UE.
Conformità alla CSR: da facoltativa a obbligatoria
Con la nuova normativa, i dipartimenti IT dovranno prestare maggiore attenzione alla conformità delle loro operazioni con gli obiettivi CSR dell’azienda. In particolare, l’impronta ecologica diventerà sempre più importante. Oltre al consumo energetico, i responsabili IT dovranno considerare anche la riduzione dei rifiuti legati ai componenti hardware e la trasparenza e l’equità dei processi della catena di approvvigionamento. L’intento è quello di ridurre le quantità di rifiuti elettronici generati annualmente e il consumo di altri materiali, tra cui terre rare e metalli preziosi.
Riciclaggio e catena di approvvigionamento trasparente
La durata dei dispositivi e degli apparecchi e la possibilità di riutilizzare o riciclare i componenti avranno un ruolo molto più importante. Anche i modelli innovativi di leasing e i programmi di ritiro dei vecchi dispositivi diventeranno sempre più importanti. Gli acquirenti di IT non possono più ignorare lo stato delle loro catene di approvvigionamento, in particolare per quanto riguarda le condizioni di lavoro eque e il rispetto dei diritti umani nei processi produttivi. Sta ormai diventando obbligatoria, infatti, una selezione precisa dei fornitori di componenti IT basata su aspetti di sostenibilità.
Importante pietra miliare: l’efficienza energetica
La maggiore attenzione agli standard ambientali e sociali orientati al futuro riguarda direttamente i manager IT. In futuro, dovranno essere più responsabili nei confronti della direzione e garantire che il loro reparto sostenga gli obiettivi di CSR dell’azienda. Alcune aree saranno più facili da ottimizzare rispetto ad altre. Ad esempio, le misure relative ai processi della catena di approvvigionamento, all’efficienza energetica dell’IT e alla conservazione delle risorse possono essere molto distanti tra di loro.
CSRD: cosa sta cambiando?
- Un numero maggiore di aziende è soggetto ai requisiti di rendicontazione: secondo le stime dell’UE, il numero di aziende coperte dalla CSRD passerà da 11.600 a circa 49.000, tra cui molte piccole e medie imprese.
- L’ambito di rendicontazione: le aziende dovranno fornire informazioni molto più specifiche sull’impatto e sui rischi di sostenibilità delle loro attività commerciali sull’ambiente, sulla società e sull’economia.
- Standard di rendicontazione uniformi: sono stati definiti nuovi standard per la raccolta, la valutazione e la divulgazione dei dati ambientali, sociali e di governance (ESG), in modo che gli stakeholder possano valutare più efficacemente la conformità alla CSR di un’azienda.
- CSR al centro dell’attenzione: le informazioni sulla CSR diventano parte integrante del tradizionale reporting finanziario aziendale e saranno soggette a revisione esterna.
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