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Linux sul desktop: pro e contro
Mentre Microsoft Windows domina l’attenzione di chiunque lavori nell’IT aziendale, Linux ha una grande ragion d’essere nelle applicazioni server. Ma che dire dell’uso di Linux sui desktop?
In sintesi
- L’uso di Linux come sistema operativo per desktop è poco diffuso rispetto a Windows, ma ha comunque la sua importanza.
- Compatibilità , problemi di driver e abitudine spesso ostacolano la sua adozione.
- Tuttavia, Linux può estendere in modo significativo il ciclo di vita del vecchio hardware senza il supporto di Windows ed è una valida alternativa per la protezione dei dati nelle applicazioni cloud.
Perché Linux è ancora così poco utilizzato sui dispositivi desktop? Le risposte standard degli appassionati di Windows sono spesso: compatibilità , problemi di driver, abitudine, standard aziendali e molto altro. La mancanza di interesse, di conoscenza o di esperienza con Linux, unita a solide obiezioni razionali, ostacola un uso più ampio del sistema operativo open-source. È difficile persuadere chi è semplicemente disinteressato, ma vale comunque la pena chiarire alcuni pregiudizi sostanziali nei suoi confronti, evidenziando le principali opportunità di adozione.
Estendere il ciclo di vita dell’hardware: perché Linux è un’alternativa sostenibile
La gestione del ciclo di vita dell’hardware è sempre più dominata dai requisiti tecnici dei nuovi sistemi operativi. Sebbene esistano alcuni trucchi che consentono l’installazione su hardware vecchi, i dispositivi che non possono eseguire Windows 11 verranno disattivati prima o poi. Ecco allora che Linux rappresenta una potenziale alternativa per prolungare la vita di sistemi perfettamente utilizzabili, invece di pagare per rottamarli o riciclarli. Anche Microsoft ormai consiglia e documenta l’installazione di Linux.
Le soluzioni open-source come Linux possono aumentare la sicurezza dei dati
Le soluzioni cloud sono indispensabili, pratiche e convenienti per una perfetta integrazione di data center e dispositivi locali. Tuttavia, i responsabili della protezione
dei dati e i CISO in particolare sanno che i dati archiviati nel cloud comportano sempre dei rischi. Sia intenzionalmente che involontariamente, possono cadere nelle mani
sbagliate e causare notevoli danni finanziari e di reputazione. Un esempio è il silenzio di Microsoft sui dettagli
della Azure Signing Key persa nel luglio del 2023, la cui reale portata è difficile da verificare in modo indipendente. La domanda centrale per molti professionisti della cybersicurezza
è: mi fido che Microsoft gestisca i dati della mia azienda?
Ma con il codice open-source come Linux, possono rispondere rapidamente alla domanda vedendo cosa fa il sistema operativo. Non ci sono funzioni nascoste in grado di
leggere, analizzare o trasferire segretamente i dati al cloud. Anche chi non ha familiarità può contare sulla guida esperta della community del codice sorgente. La community mantiene e
monitora le distribuzioni Linux in modo trasparente, così che il codice sospetto possa essere individuato e segnalato rapidamente. Questo è un motivo convincente per i
professionisti della cybersicurezza scettici di prendere seriamente in considerazione Linux.
Windows vs. Linux – perché i malintenzionati preferiscono usare il sistema più conosciuto
Un’altra argomentazione dal punto di vista della sicurezza: Linux ha molte meno probabilità di essere preso di mira da attacchi di malware perché non è un bersaglio attraente. Gli sviluppatori di malware e i malintenzionati di solito si concentrano su Windows perché è il sistema operativo più diffuso. Il rischio di essere vittima di un attacco random è significativamente più basso con Linux.
Perché gli amministratori di sistema dovrebbero dare agli utenti finali la possibilità di scegliere tra Linux e Windows
Ma perché Linux è così poco diffuso negli ambienti aziendali se ha così tanti vantaggi?
- Negli ultimi anni gli amministratori di sistema si sono sempre più concentrati su Windows. Linux è più una questione che riguarda gli amministratori dell’area server/infrastruttura.
- Gli utenti finali abituati a Windows sui PC di casa possono vedere come un peso il dover utilizzare un sistema operativo diverso da quello utilizzato a lavoro.
In concreto, ciò significa che una distribuzione di Linux con un’interfaccia grafica simile a quella di Windows potrebbe rendere Linux più attraente per gli utenti finali. La scelta è ampia. Allo stesso tempo, è importante tenere presente che alcune applicazioni aziendali non funzionano altrettanto bene su Linux. Un’azienda che utilizza Microsoft 365 e Microsoft Teams riscontrerà che è difficile trovare alternative Linux adeguate. Questo è un vero svantaggio quando si parla di Digital Employee Experience (DEX). Per quanto riguarda la DEX, gli amministratori di sistema potrebbero dare agli utenti finali la possibilità di scegliere di utilizzare Linux sui loro dispositivi finali e offrire formazione per diminuire le preoccupazioni.
Approcci ibridi: combinare Windows e Linux per una maggiore flessibilità nell’IT
Tuttavia, ci sono molte cose che gli amministratori devono tenere in considerazione quando effettuano il passaggio. Ad esempio, esistono approcci ibridi che combinano Windows e
Linux. Se Windows è necessario per alcune funzioni o applicazioni, un dispositivo finale Linux potrebbe accedere parzialmente agli host Windows centrali tramite Virtual Client
Service (Remote Desktop Service, Terminal Server). Il personale IT avrà bisogno di una formazione adeguata per gestire gli endpoint Linux. Tratteremo la gestione di Linux
in un prossimo articolo.
Indipendentemente dalla vostra posizione sull’argomento, è utile essere aperti alle novità . I vantaggi dell’utilizzo di Linux come sistema operativo desktop possono
renderlo un’ottima aggiunta o alternativa a Windows nell’ambiente IT aziendale.
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